Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24238 del 4 giugno 2003

ECLI:IT:CASS:2003:24238PEN

Massima

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Il titolo di un articolo di stampa, anche se corretto nel contenuto complessivo del testo, può assumere carattere diffamatorio qualora contenga espressioni lesive della reputazione altrui, in quanto i lettori possono prestare attenzione solo alla sintesi fornita dal titolo, sommario e sottotitolo, senza approfondire il contenuto dell'intero articolo. Il diritto di cronaca e di critica non può essere invocato per giustificare l'utilizzo di espressioni che, seppur riferite a fatti veri, siano idonee a ledere la reputazione di una persona, a meno che non si dimostri che la testimonianza di tale persona costituisca una testimonianza mendace. Pertanto, l'utilizzo nel titolo di un articolo di stampa di espressioni come "X menti'", anche in presenza di una narrazione complessivamente corretta dei fatti, integra il reato di diffamazione a mezzo stampa, in quanto tali espressioni, per il loro significato lessicale di "dire il falso scientemente", risultano lesive della reputazione della persona cui sono riferite, a prescindere dalla veridicità dei fatti narrati nell'articolo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IETTI Guido - Presidente

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Consigliere

Dott. NICASTRO Francesco - Consigliere

Dott. DI POPOLO Angelo - Consigliere

Dott. PANZANI Luciano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

Avverso SENTENZA del 27/05/2002 CORTE APPELLO di ROMA;

visti gli atti, la sentenza ed il procedimento;

Udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Calabrese Renato Luigi;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Oscar Cedrangolo, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito, per la parte civile, l'Avv. (OMISSIS).

OSSERVA

I due articoli apparsi sul quotidiano…

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