Cassazione penale Sez. III sentenza n. 19582 del 13 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:19582PEN

Massima

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Il reato di sfruttamento della prostituzione di minore si configura quando l'agente, approfittando della minore età della persona offesa, induce, favorisce o sfrutta la sua attività di prostituzione, organizzandone gli appuntamenti con i clienti, controllandone direttamente l'attività e trattenendo parte dei compensi percepiti, anche qualora la persona offesa abbia inizialmente dichiarato di essere maggiorenne. La responsabilità penale dell'agente può essere accertata sulla base di plurimi elementi di prova, quali le dichiarazioni della persona offesa, le testimonianze di clienti che hanno frequentato il luogo in cui avveniva la prostituzione, nonché la documentazione che attesta il coinvolgimento diretto dell'agente nell'organizzazione e nello sfruttamento dell'attività di meretricio. La circostanza che la persona offesa abbia inizialmente dichiarato di essere maggiorenne non esclude la configurabilità del reato, atteso che l'agente è comunque tenuto a verificare con la dovuta diligenza l'effettiva età della persona coinvolta nell'attività di prostituzione. Inoltre, la responsabilità penale dell'agente non viene meno neppure qualora la persona offesa abbia successivamente assunto un atteggiamento ostile nei confronti dell'imputato, in quanto tale circostanza non incide sulla validità e attendibilità delle precedenti dichiarazioni rese dalla stessa persona offesa, né sulla complessiva ricostruzione dei fatti operata sulla base degli altri elementi di prova acquisiti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SQUASSONI Claudia - Presidente

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

Dott. MARINI Luigi - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessand - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata il (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Bologna del 14 dicembre 2012;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Alessandro M. Andronio;

udito il pubblico ministero, in persona del sostituto procuratore generale dott. CANEVELLI Paolo che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. - Con sentenza del 14 dicembre 2012, la Corte d'appe…

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