Cassazione penale Sez. I sentenza n. 6954 del 23 febbraio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:6954PEN

Massima

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Il giudice di merito, ai fini dell'applicazione delle misure di prevenzione nei confronti di indiziati di appartenenza ad associazioni di tipo mafioso, deve accertare non solo la partecipazione al sodalizio criminale, ma anche il requisito dell'attualità della pericolosità sociale. Tuttavia, laddove sussistano elementi sintomatici di una stabile e strutturale partecipazione del proposto all'associazione mafiosa, è possibile applicare una presunzione semplice in ordine alla persistenza del vincolo associativo, purché tale presunzione sia corroborata dalla valorizzazione di specifici elementi di fatto che evidenzino la natura duratura dell'apporto del soggetto. In tale contesto, il giudice deve comunque confrontarsi con qualsiasi elemento di fatto suscettibile di mutare la valutazione di partecipazione al gruppo criminale, come il decorso di un rilevante lasso di tempo o un tangibile mutamento delle condizioni di vita del proposto, tali da risultare incompatibili con la persistenza del legame mafioso. Pertanto, la motivazione del provvedimento che applica la misura di prevenzione deve dare conto in modo dettagliato dei concreti elementi di fatto, anche di natura indiziaria, che supportano l'accertamento dell'attualità della pericolosità sociale, senza potersi limitare a mere presunzioni o a un generico richiamo all'originaria condanna penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. SIANI Vincenzo - Consigliere

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - rel. Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 17/05/2019 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Roberto Binenti;
lette le conclusioni del Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Fimiani Pasquale, che ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Reggio Calabria, con il decreto indicato in epigrafe, confermava quello di primo grado che aveva applicato la misura di prevenzione …

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