Il potere di annullamento delle autorizzazioni paesaggistiche da parte della Soprintendenza, previsto dall'art. 82, comma 9, del D.P.R. n. 616/1977 (ora art. 159, comma 3, del D.Lgs. n. 42/2004 - Codice dei beni culturali e del paesaggio), ha carattere di perentorietà, ma può essere interrotto dalla Soprintendenza stessa per il tempo necessario all'acquisizione di elementi istruttori integrativi ritenuti essenziali per una compiuta valutazione della compatibilità dell'intervento edilizio con i valori paesaggistici tutelati. In tal caso, il termine di 60 giorni per l'esercizio del potere di annullamento decorre nuovamente dalla data di acquisizione della documentazione integrativa richiesta. La Soprintendenza, nell'esercizio di tale potere, non si limita a un mero controllo di legittimità formale dell'autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune, ma può sindacarne la legittimità anche sotto il profilo della congruità e adeguatezza della motivazione, in relazione alla effettiva compatibilità dell'intervento edilizio con i valori paesaggistici tutelati nell'area vincolata. L'annullamento dell'autorizzazione paesaggistica può quindi fondarsi anche su vizi di eccesso di potere, come l'insufficiente motivazione o la manifesta illogicità della valutazione di compatibilità effettuata dall'ente locale, senza che ciò configuri un'indebita sostituzione della valutazione di merito dell'amministrazione comunale.