Il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa, nell'esaminare il ricorso avverso gli atti del Comune di Sanzeno relativi ai lavori di allargamento e sistemazione del marciapiede sulla S.S. 43DIR, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. L'approvazione del progetto definitivo ed esecutivo di un'opera pubblica da parte del Comune non equivale automaticamente a dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità ai sensi dell'art. 18 della L.P. n. 26/1993. Tale equivalenza si verifica solo a seguito del deposito degli elaborati, della comunicazione ai proprietari e della pubblicità previsti dalla legge. Pertanto, in assenza di tali adempimenti, il Comune non era tenuto a comunicare ai proprietari l'approvazione dei progetti. 2. La procedura espropriativa prende avvio quando emerge l'impossibilità di acquisire consensualmente le aree necessarie, momento in cui il Comune deve adempiere agli obblighi di comunicazione e pubblicità previsti dalla legge. Il rispetto di tali formalità è stato correttamente osservato dal Comune con la comunicazione di avvio del procedimento per la dichiarazione di pubblica utilità. 3. Il termine quinquennale per l'inizio dei lavori, previsto dall'art. 18 comma 4 della L.P. n. 26/1993, decorre dalla dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità, avvenuta con l'approvazione del progetto di variante n. 2 e non dall'approvazione dei precedenti progetti definitivo ed esecutivo. 4. La scelta di allargare la strada e sistemare il marciapiede, contenuta nel Piano Regolatore Generale vigente e non impugnata, rientra nell'ampia discrezionalità del pianificatore locale e realizza un adeguato contemperamento tra l'interesse pubblico alla sicurezza e l'interesse privato al diritto di proprietà e di iniziativa economica.