Cassazione penale Sez. I sentenza n. 29523 del 10 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:29523PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare l'istanza di misura alternativa alla detenzione presentata da un condannato, deve effettuare una valutazione globale della personalità dello stesso, tenendo conto non solo della gravità del reato commesso, ma anche di altri elementi quali il comportamento processuale, la condotta durante eventuali misure alternative già concesse, la disponibilità di un'attività lavorativa e la concreta possibilità di reinserimento sociale. Il giudizio di elevata, concreta ed attuale pericolosità sociale del condannato, che giustifica il diniego della misura alternativa, non può basarsi esclusivamente sulla gravità del reato, ma deve essere adeguatamente motivato con riferimento a tutti i suddetti parametri, senza limitarsi ad affermazioni apodittiche o categoriche. Il giudice di legittimità, nel sindacare la decisione, deve verificare la congruità e la logicità della motivazione, senza poter procedere a una nuova valutazione del merito, che è preclusa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 3877/2012 TRIB. SORVEGLIANZA di TORINO, del 24/10/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROCCHI GIACOMO;

lette le conclusioni del PG Dott. GIALANELLA Antonio, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Il Tribunale di Sorveglianza di Torino, con ordinanza del 24/10/2012, provvedendo sull'istanza di detenzione domiciliare ai sensi dell'articolo 47 …

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