Cassazione penale Sez. V sentenza n. 40298 del 28 settembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:40298PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'abrogazione di una fattispecie penale (c.d. "abolitio criminis") comporta la necessità per il giudice di dichiarare, ai sensi dell'art. 129 c.p.p., comma 1, che il fatto non è previsto dalla legge come reato, in ossequio al principio di cui all'art. 2 c.p., comma 2, secondo cui nessuno può essere punito per un fatto che, secondo una legge posteriore, non costituisce reato. Tale declaratoria è pregiudiziale rispetto ad ogni altro accertamento, in quanto il venir meno dell'oggetto sostanziale del rapporto processuale penale (il nesso tra fatto penalmente rilevante e imputato) determina la necessità di risolvere il rapporto processuale stesso, analogamente a quanto avviene nel caso di morte dell'imputato. Pertanto, in presenza di una "abolitio criminis", il giudice è tenuto a dichiarare che il fatto non è previsto dalla legge come reato, senza poter procedere ad alcun altro accertamento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - rel. Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 2411/2014 CORTE APPELLO di PALERMO, del 11/06/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in pubblica udienza del 19/04/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dr. DE GREGORIO Eduardo;
udito il Procuratore Generale.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di Palermo ha confermato la decisione di primo grado nei confronti dell'imputato, per il reato di cui all'articolo 485 c.p., fatt…

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