Cassazione penale Sez. I sentenza n. 1713 del 17 giugno 1993

ECLI:IT:CASS:1993:1713PEN

Massima

Massima ufficiale
Pur dovendosi ritenere la nozione di "indizio" accolta dall`art. 273 comma primo cod. proc. pen. come piu` ampia di quella strettamente tecnica, e tale quindi da comprendere sia le prove cosidette logiche o indirette, sia quelle dirette, tra le quali vanno ricomprese anche le dichiarazioni accusatorie rese da coimputato o coindagato, e pur dovendosi tener conto della minor forza dimostrativa richiesta per la formulazione di un giudizio che, in materia di misure cautelari, deve essere espresso in termini di probabilita` e non di certezza, tuttavia cio` non toglie che le dette dichiarazioni debbano comunque essere sottoposte ad un vaglio critico particolarmente rigoroso, alla stregua delle regole di carattere generale dettate in tema di valutazione della prova dall`art. 192 comma terzo cod. proc. pen.. Il che comporta la necessita` di verificare sia la intrinseca attendibilita` delle dichiarazioni in questione (sotto il profilo, essenzialmente, della genuinita`, della spontaneita`, del disinteresse, della costanza e della coerenza logica), sia la esistenza di elementi di sostegno, i quali, pur potendo essere di qualsivoglia specie e natura, e suscettibili, inoltre, di una valutazione globale, che ne permetta la organica coordinazione e la reciproca integrazione, devono, tuttavia, risultare non solo, ovviamente, compatibili con le suddette dichiarazioni, e di esse rafforzative, ma anche tali da consentire un collegamento diretto e univoco, sul piano logico, se non su quello storico, con i fatti per cui si procede e con la persona contro cui si procede.     da vedere: Sen 29/04/1991 1520 sez 1 Pen Sen 09/09/1991 811 sez 5 Pen Sen 20/02/1992 714 sez 1 Pen Sen 26/02/1993 1895 sez 6 Pen Sen 28/02/1992 198 sez 1 Pen Sen 24/07/1992 8381 sez 1 Pen

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