Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10148 del 14 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:10148PEN

Massima

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Il comportamento minaccioso e ingiurioso, anche se espresso in un contesto di conflittualità tra vicini, non è giustificato né scusato dalla presunta illegittimità della condotta della persona offesa, qualora questa non abbia posto in essere alcun comportamento che possa ragionevolmente autorizzare una reazione violenta o intimidatoria. L'esimente della provocazione, anche in forma putativa, non è applicabile quando manchi la prova di una condotta illecita della vittima tale da determinare uno stato d'ira o di grave turbamento nell'agente. Il dolo del reato di minaccia è integrato dalla consapevolezza di prospettare la realizzazione di atti lesivi dell'incolumità o dell'integrità della persona offesa, a prescindere dalla effettiva volontà di porre in essere tali condotte. Il giudizio sulla configurabilità delle cause di non punibilità previste dagli artt. 599 e 59 c.p. è rimesso alla valutazione discrezionale del giudice di merito, incensurabile in sede di legittimità salvo vizi logici o giuridici della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Lui - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. DA. , N. IL (OMESSO);

2) CA. AN. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1182/2009 CORTE APPELLO di LECCE, del 10/02/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/12/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Geraci Vincenzo, che ha concluso per il rigetto de…

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