Il provvedimento di rigetto della proposta di concordato preventivo, pur non essendo in sé un provvedimento autonomo e definitivo, può essere autonomamente impugnato con ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111, comma 7, Cost., qualora non sia seguito dalla sentenza dichiarativa di fallimento e dipenda da ragioni che escludono la consequenziale declaratoria di fallimento, come l'esclusione della qualità di imprenditore commerciale, l'assenza dello stato di insolvenza o il difetto di giurisdizione. In tali casi, il provvedimento di rigetto della proposta di concordato preventivo ha carattere decisorio e può essere autonomamente impugnato, in quanto incide definitivamente sulla possibilità per l'imprenditore di accedere a tale procedura concorsuale. La giurisprudenza di legittimità ha costantemente affermato tale principio, sia prima che dopo le riforme della legge fallimentare del 2005, 2006 e 2007, riconoscendo la ricorribilità per cassazione del provvedimento di rigetto della proposta di concordato preventivo, ove non seguito dalla sentenza dichiarativa di fallimento e fondato su ragioni che escludono la consequenziale declaratoria di fallimento.