Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29805 del 25 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:29805PEN

Massima

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Il dolo generico, quale elemento soggettivo del reato di falso, sussiste quando l'agente abbia agito con volontarietà e consapevolezza della falsa attestazione, a prescindere dall'intenzione di nuocere o di trarre in inganno. Pertanto, il reato di falso è configurabile anche quando la falsità sia stata commessa senza l'intento di arrecare danno, essendo sufficiente la mera volontarietà e consapevolezza della condotta. Il suggerimento di un soggetto privo di potere autorizzativo, come un ausiliario del traffico, non può avere alcuna rilevanza esimente sull'elemento soggettivo del reato, in quanto l'agente rimane comunque tenuto a verificare la legittimità del proprio operato e a rendersi conto del disvalore penale della condotta posta in essere. La valutazione dell'elemento psicologico del reato rientra nell'ambito del giudizio di merito, sottratto al sindacato di legittimità della Corte di Cassazione, salvo che non risulti affetta da macroscopica illogicità o contraddittorietà.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo Presidente del 08/06/2 -

Dott. OLDI Paolo Consigliere SENTE -

Dott. DE BERARDINIS Silvana Consigliere N. 1 -

Dott. LAPALORCIA Grazia Consigliere REGISTRO GENER -

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G. rel. Consigliere N. 40159/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LA. RO. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 620/2007 CORTE APPELLO di CATANIA, del 16/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 08/06/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. IZZO che …

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