Il delitto di usura si configura come reato a condotta frazionata o a consumazione prolungata, per cui i pagamenti o i comportamenti compiuti in esecuzione del patto usurario non costituiscono un "post factum" non punibile, ma segnano il momento consumativo del reato da cui computare il termine di prescrizione. Pertanto, ai fini della determinazione del termine prescrizionale, rileva non solo la data di conclusione del patto usurario, ma anche quella degli eventuali successivi pagamenti di interessi o capitale, in quanto tali condotte integrano la fattispecie criminosa. Inoltre, la confisca prevista dall'art. 644 c.p., ult. co., come modificato dalla L. n. 108/1996, costituisce un'ipotesi speciale di confisca obbligatoria che estende la propria operatività oltre che al prezzo del reato anche al profitto, nonché alle sentenze di patteggiamento ex art. 444 c.p.p., e non è assoggettata al principio di irretroattività della legge penale sfavorevole, in quanto misura di sicurezza. Infine, ai fini del riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, non è più sufficiente il solo stato di incensuratezza dell'imputato, essendo necessaria la presenza di elementi di valutazione di segno positivo, in conformità alla riforma dell'art. 62-bis c.p. operata dalla L. n. 125/2008.