Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20256 del 22 maggio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:20256PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La continuità criminosa tra reati associativi e reati fine non può essere riconosciuta sulla base della sola omogeneità delle condotte e della tipologia dei reati, ma richiede una specifica indagine sulla natura dei diversi sodalizi criminosi, sulla loro concreta operatività e sulla loro continuità nel tempo, al fine di accertare l'unicità del momento deliberativo e la sua successiva attuazione attraverso la progressiva appartenenza del soggetto a una pluralità di organizzazioni, ovvero a una medesima organizzazione. Non è sufficiente il riferimento alla contiguità temporale e geografica delle condotte, né l'abitualità criminosa e la scelta di vita ispirata alla sistematica commissione di illeciti, essendo necessario verificare l'effettiva unità del disegno criminoso sotteso alle diverse condotte associative e non associative. Il giudice dell'esecuzione, pertanto, deve compiere un'approfondita analisi della struttura, della composizione e dell'operatività dei diversi gruppi criminali ai quali il soggetto ha aderito, al fine di accertare se vi sia stata una programmazione unitaria dei reati, tale da giustificare l'applicazione del vincolo della continuazione. La mera diversità dei correi e dei clan di appartenenza, così come la totale eterogeneità dei sodalizi, impediscono di riconoscere l'esistenza di un medesimo disegno criminoso, anche in presenza di una condotta di vita ispirata alla sistematica commissione di reati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta da:

Dott. DE MARZO Giuseppe - Presidente

Dott. MASI Paola - Consigliere

Dott. POSCIA Giorgio - Consigliere

Dott. GALATI Vincenzo - Consigliere

Dott. RUSSO Carmine - Relatore

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Gr.Gi., nato a M il omissis
avverso l'ordinanza del 06/11/2023 della CORTE DI APPELLO DI BARI
udita la relazione svolta dal Consigliere CARMINE RUSSO;
lette le conclusioni del PG, Lucia Odello, che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 6 novembre 2023 la Corte d'appello di Bari, in funzione di giudice dell'esecuzione, ha respinto l'istanza di Gr.Gi. di applicazione della disciplina della continuazione tra i reati oggetto delle seguenti sentenze di condanna emesse nei suoi confronti:
1. sentenza della Corte d'a…

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