La destinazione urbanistica di un'area, stabilita nell'ambito della formazione e approvazione del piano regolatore generale, costituisce una scelta discrezionale dell'amministrazione, che non richiede una specifica motivazione oltre quella desumibile dai criteri generali seguiti nell'impostazione del piano, salvo il caso in cui la nuova disciplina incida su legittime aspettative qualificate da precedenti atti amministrativi. Pertanto, la classificazione di un'area come zona C3 (di nuovo impianto con prevalente uso residenziale) non è illegittima per il solo fatto di non aver accolto l'opposizione del privato proprietario, che chiedeva la classificazione a zona B, in quanto tale scelta rientra nell'ampia discrezionalità dell'amministrazione nella pianificazione urbanistica, senza che sia necessaria una puntuale motivazione in ordine al rigetto della singola osservazione. Inoltre, la previsione di un piano di lottizzazione per l'edificazione nelle zone C3, con un lotto minimo di 10.000 mq, non è di per sé illegittima, essendo tale requisito derogabile nei casi di lotti residui o interclusi in aree già urbanizzate, per i quali può essere sufficiente il rilascio di singole concessioni edilizie, previa verifica della sussistenza delle condizioni previste dalla normativa.