Cassazione penale Sez. V sentenza n. 45689 del 1 dicembre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:45689PEN

Massima

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Il falso ideologico commesso in sede di partecipazione a gara pubblica, mediante dichiarazione sostitutiva attestante falsamente l'inesistenza di cause ostative alla partecipazione, integra il reato di cui all'art. 483 c.p. in relazione all'art. 76, comma 3, del D.P.R. n. 445/2000, anche qualora la dichiarazione mendace riguardi la pendenza di un procedimento amministrativo per l'applicazione di una misura di prevenzione antimafia, oggetto di provvedimento cautelare di sospensione da parte del giudice amministrativo. Infatti, la mera pendenza del procedimento, a prescindere dall'esito finale, costituisce causa ostativa alla partecipazione alle gare d'appalto ai sensi dell'art. 38, comma 1, lett. b), del D.Lgs. n. 163/2006, sicché il silenzio su tale circostanza integra il reato di falso, non potendosi ritenere tale dichiarazione "innocua" in quanto la stazione appaltante, ove fosse stata a conoscenza della pendenza del procedimento, avrebbe potuto comunque escludere l'impresa o attenderne la definizione prima di procedere all'aggiudicazione. Tuttavia, la ricostruzione esatta dei fatti e la corretta qualificazione giuridica della fattispecie concreta, in relazione all'imputazione elevata e alla pronuncia di primo grado, risultano essenziali ai fini della valutazione della sussistenza degli elementi costitutivi del reato, con particolare riguardo all'elemento soggettivo, non potendosi presumere la consapevolezza e volontarietà della condotta mendace laddove l'impresa abbia ottenuto la sospensione cautelare del provvedimento interdittivo, ritenendo in buona fede di poter legittimamente partecipare alla gara. Pertanto, il giudice di merito, nel nuovo giudizio, dovrà procedere ad un'attenta ricostruzione della vicenda, vagliando puntualmente tutti i profili dedotti dalla difesa, al fine di accertare la effettiva sussistenza degli elementi costitutivi del reato contestato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. SESSA Renata - rel. Consigliere

Dott. CANANZI Francesco - Consigliere

Dott. PILLA Egle - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 20/09/2021 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. SESSA RENATA;
il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. CERONI FRANCESCA, che ha concluso chiedendo annullarsi la sentenza impugnata in accoglimento del quarto motivo di ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con sentenza dei 20.9.2021, la Corte di Appello di Milano ha confermato la pronuncia …

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