Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'uso pubblico costituisce la normalità della fruizione del bene demaniale, discendente direttamente dall'art. 41 della Costituzione, di cui l'art. 36 del codice della navigazione rappresenta applicazione. Tale norma pone, quale principio generale, la preminenza dell'uso pubblico rispetto a quello privato, che ha natura eccezionale in relazione all'intrinseca demanialità del bene. Ne deriva che, in quanto eccezione rispetto alla regola generale della diretta fruizione pubblica inerente alla stessa definizione del demanio marittimo, di ciò si deve tener conto nel valutare la motivazione del provvedimento dell'amministrazione che intenda restituire all'uso pubblico il bene stesso. L'amministrazione marittima, compatibilmente con le esigenze del pubblico uso, può concedere l'occupazione e l'uso, anche esclusivo, di beni demaniali e di zone di mare territoriale per un determinato periodo di tempo. Pertanto, la scelta dell'amministrazione di attribuire prevalenza all'utilizzo pubblico del bene demaniale non presenta profili di illogicità né di contraddittorietà, essendo espressione di un potere discrezionale che questo Giudice non può sindacare nel merito. Le attività sportive e ricreative connesse alla fruizione del mare, pur essendo compatibili con le finalità della concessione demaniale, non costituiscono attività da preferire rispetto alle altre attività parimenti contemplate dalla legge, non essendo possibile evincere dalla normativa alcun "favor" nei confronti di tali attività. L'amministrazione, nel confronto tra le diverse istanze di concessione sulla medesima area demaniale, può legittimamente privilegiare l'interesse pubblico alla libera fruizione della spiaggia da parte della collettività, rispetto all'interesse privato all'esercizio di attività sportive e ricreative che comportano la sottrazione di spazi alla pubblica fruizione.