Il rilascio di una concessione edilizia in sanatoria è illegittimo e deve essere annullato in autotutela quando l'immobile oggetto della concessione ricade in un'area sottoposta a vincolo paesaggistico e di inedificabilità assoluta ai sensi dell'art. 15 lett. a) della l.r. n. 78/1976, in quanto in tali casi la concessione in sanatoria è preclusa dalla legge a prescindere dall'acquisizione del nulla-osta della Soprintendenza ai beni culturali. L'annullamento in autotutela di tale concessione illegittima può essere disposto anche oltre il termine di 18 mesi dalla sua adozione, in quanto il termine ragionevole per l'esercizio del potere di autotutela decorre non dalla data di adozione del provvedimento, ma dalla data di scoperta del vizio di illegittimità, che nel caso di specie è stata successiva all'adozione della concessione. Ciò in quanto la concessione edilizia in sanatoria era stata rilasciata in violazione di un vincolo di inedificabilità assoluta, costituendo un'ipotesi di particolare gravità dell'illegittimità del provvedimento originario che giustifica il superamento del termine ordinario di 18 mesi per l'esercizio del potere di autotutela. Inoltre, la concessione edilizia in sanatoria era stata rilasciata con una clausola che ne subordinava l'efficacia alla formalizzazione del silenzio-assenso della Soprintendenza, che non si era mai verificata, sicché il provvedimento di annullamento in autotutela costituisce in realtà una mera presa d'atto del mancato avveramento della condizione sospensiva cui era subordinata l'efficacia della concessione originaria.