Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10998 del 21 marzo 2012

ECLI:IT:CASS:2012:10998PEN

Massima

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La partecipazione all'associazione mafiosa di cui all'art. 416-bis c.p. può realizzarsi in forme e contenuti diversi, purché si traduca in un contributo non marginale ma apprezzabile alla realizzazione degli scopi dell'organismo criminale, essendo sufficiente che l'agente, anche in modo non rituale, di fatto si inserisca nel gruppo per perseguirne gli obiettivi, con la consapevolezza dell'utilizzo di metodi mafiosi. Il ruolo dinamico e funzionalistico del partecipe non deve necessariamente concretizzarsi in un formale atto di inserimento, essendo invece rilevante la concreta attività svolta in favore dell'associazione, a prescindere dalla conoscenza diretta dei capi o degli altri affiliati. Pertanto, ai fini della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per il reato di cui all'art. 416-bis c.p., il giudice può legittimamente valorizzare una pluralità di elementi indiziari, quali le conversazioni intercettate, i rapporti intrattenuti con esponenti di altri mandamenti mafiosi e il ruolo di referenzialità assunto dall'indagato nell'ambito del sodalizio, anche in assenza di una formale affiliazione. Tali valutazioni, se adeguatamente motivate, non possono essere sindacate in sede di legittimità, se non per violazione di specifiche norme di legge o manifesta illogicità della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio Stefano - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

Dott. FAZIO Anna Maria - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

avverso l'ordinanza 3 gennaio 2012 del Tribunale del riesame di Palermo.

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso.

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dr. Luigi Lanza.

Sentito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. RIELLO Luigi che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

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