Il rifiuto di fornire le proprie generalità agli agenti di polizia giudiziaria, anche se accompagnato dall'immediata comunicazione delle stesse ai carabinieri intervenuti, integra il reato di rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale di cui all'art. 651 c.p. e non il mero reato di omessa esibizione dei documenti di identità previsto dall'art. 4 del T.U.L.P.S. La condotta di rifiuto di fornire le generalità agli agenti costituisce infatti una fattispecie autonoma e distinta rispetto alla semplice omissione di esibire i documenti di identità, configurandosi come un'ipotesi di reato a sé stante, volta a tutelare l'interesse pubblico all'identificazione delle persone e al regolare svolgimento dell'attività di polizia. Pertanto, il rifiuto di fornire le proprie generalità agli agenti, anche se seguito dalla successiva comunicazione delle stesse ai carabinieri, integra gli estremi del reato di cui all'art. 651 c.p. e non può essere ricondotto alla mera omissione di esibizione dei documenti di identità. La sentenza impugnata, che ha correttamente qualificato la condotta come reato di rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale, risulta pertanto motivata in modo adeguato e conforme alle disposizioni di legge.