Il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, anche se commesso in concorso con altri, integra una condotta penalmente rilevante qualora il soggetto agente abbia materialmente contribuito, con il proprio comportamento, a consentire l'ingresso illegale di più di cinque persone nel territorio nazionale, esponendole a pericolo per la vita o l'incolumità e sottoponendole a trattamenti inumani o degradanti, anche se non risulti provata la sua stabile partecipazione a un'organizzazione criminale dedita a tale attività. In tali casi, la mancata concessione delle attenuanti generiche può essere adeguatamente motivata dalla gravità del fatto, dalle modalità della condotta e dal comportamento processuale dell'imputato, senza che il giudice sia tenuto a esaminare analiticamente tutti gli elementi di cui all'art. 133 c.p. La valutazione in ordine alla sussistenza delle circostanze aggravanti contestate deve essere ancorata a specifici elementi di fatto, senza che possa ritenersi sufficiente una mera riproposizione del dettato normativo.