Il diniego di un'autorizzazione amministrativa per l'esercizio di un'attività commerciale, basato sull'accertamento della mancanza dei requisiti soggettivi di cui all'art. 71 del d.lgs. n. 59/2010 e all'art. 5, comma 1, della l.r. Puglia n. 24/2015, deve essere adottato nel rispetto del principio del giusto procedimento di cui agli artt. 3, 7 e 21-quater della l. n. 241/1990, garantendo il contraddittorio e la motivazione adeguata in relazione ai presupposti di fatto e di diritto posti a fondamento del provvedimento. Il provvedimento di diniego deve altresì rispettare i principi costituzionali di libertà di iniziativa economica privata (art. 41 Cost.) e di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione (art. 97 Cost.), evitando profili di eccesso di potere, sviamento, illogicità, erroneità nei presupposti e travisamento dei fatti. L'Amministrazione, prima di adottare il provvedimento di diniego, è tenuta a valutare attentamente la posizione del titolare dell'autorizzazione, al fine di verificare la sussistenza dei presupposti per l'esercizio del potere di revoca ai sensi dell'art. 21-quinquies della l. n. 241/1990, garantendo il contraddittorio e la motivazione adeguata. Il mancato rispetto di tali principi e garanzie procedimentali può determinare l'annullamento del provvedimento di diniego.