Cassazione penale Sez. V sentenza n. 16283 del 26 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:16283PEN

Massima

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Il giornalista che pubblica un articolo contenente affermazioni lesive della reputazione di un ente, senza aver previamente verificato con la dovuta diligenza la fondatezza delle proprie deduzioni, non può invocare l'esimente del diritto di cronaca, in quanto è tenuto a un obbligo di scrupolosa verifica delle informazioni, anche in ragione del ruolo e della professione che gli avrebbero consentito agevolmente di accertare i fatti. Pertanto, la mancata verifica della veridicità delle notizie, pur in presenza di un lieve scostamento dal vero, integra il reato di diffamazione a mezzo stampa, in quanto il giudizio critico espresso nell'articolo, seppur non del tutto corrispondente alla realtà, risulta comunque gravemente lesivo della reputazione dell'ente preso di mira. La valutazione frammentaria e avulsa dal contesto delle dichiarazioni della persona offesa non inficia la motivazione della sentenza, la quale ha adeguatamente argomentato in merito alla responsabilità dell'imputato, non ravvisando alcuna contraddittorietà o manifesta illogicità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTELLA Mario - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. SANDRELLI Giangiacom - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

MO. An. , nato il (OMESSO);

avverso la Sentenza della Corte d'Appello di Milano del 14.7.2009;

E' presente l'avv. TUSA Benedetto, del Foro di Milano, difensore di fiducia del ricorrente.

Sentite le Requisitorie del P.G. (nella persona del Cons. Dr. Francesco Mauro Iacoviello), che ha chiesto il rigetto del ricorso.

sentita la Relazione svolta dal Cons. Dr. Gian Giacomo Sandrelli;

Pr…

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