Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Palermo sentenza n. 2992 del 2019

ECLI:IT:TARPA:2019:2992SENT

Massima

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Il provvedimento prefettizio di informativa antimafia interdittiva, adottato ai sensi degli artt. 84 e 91, comma 6, del D.Lgs. n. 159/2011, è legittimo solo se fondato su elementi concreti, gravi, precisi e concordanti, idonei a far ritenere "più probabile che non" il pericolo di infiltrazione mafiosa nell'attività imprenditoriale, senza che sia necessaria la prova di una effettiva condizione di assoggettamento o di infiltrazione, essendo sufficiente la mera probabilità di tale evento. Tuttavia, il giudice amministrativo è tenuto a verificare la plausibilità estrinseca ed intrinseca della motivazione dell'interdittiva, valutando la rilevanza sostanziale e formale degli elementi posti a base del ragionamento induttivo, di natura probabilistica, seguito dal Prefetto, nell'ambito di un sindacato giurisdizionale che deve farsi attento custode delle irrinunciabili condizioni di tassatività sostanziale e di tassatività processuale di questo potere, al fine di assicurare una tutela giurisdizionale piena ed effettiva del diritto costituzionale della libera iniziativa imprenditoriale, nel necessario bilanciamento con l'altrettanto irrinunciabile interesse dello Stato a contrastare l'insidia delle mafie. Pertanto, il provvedimento prefettizio interdittivo è illegittimo qualora la motivazione non risulti sorretta da elementi concreti, gravi, precisi e concordanti, idonei a far ritenere "più probabile che non" il pericolo di infiltrazione mafiosa, in particolare quando le sentenze penali definitive abbiano escluso la responsabilità penale dei soggetti ritenuti vicini ad ambienti criminali e la società non risulti altrimenti coinvolta in attività illecite.

Sentenza completa

Pubblicato il 27/12/2019

N. 02992/2019 REG.PROV.COLL.

N. 01246/2018 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia

(Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1246 del 2018, proposto da
--OMISSIS--, in persona degli amministratori pro tempore, --OMISSIS--, rappresentata e difesa dagli avvocati ((omissis)), ((omissis)), ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio ((omissis)) in --OMISSIS--, via G. Abela n. 10;

contro

Ministero dell'Interno, U.T.G. - Prefettura di --OMISSIS--, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentati e difesi dall'Avvocatura Distrettuale, domiciliataria ex lege in --OMISSIS--, via ((omissis)) 6;

nei confronti

((omissis)) - Assessorato…

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