Cassazione penale Sez. II sentenza n. 36279 del 18 settembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:36279PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando l'agente, abusando della propria posizione di forza, costringe la vittima a consegnare una somma di denaro o altra utilità, anche se il credito vantato dall'agente nei confronti della vittima sia di modesta entità e non possa costituire un valido movente per l'azione delittuosa. Ai fini della configurabilità del reato, non rileva il ritardo con cui la vittima denuncia i fatti all'autorità giudiziaria, potendo tale circostanza essere spiegata con le più varie ragioni, anche coerenti con l'ipotesi accusatoria. Inoltre, il coinvolgimento dell'imputato in altre vicende analoghe, pur potendo costituire un elemento di contesto, non assume rilievo determinante ai fini della valutazione della responsabilità penale. Ciò che rileva è l'accertamento della condotta costrittiva posta in essere dall'agente, che abbia indotto la vittima, contro la sua volontà, a consegnare una somma di denaro o altra utilità, non potendosi in tal caso invocare la scriminante dell'esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. BARTOLINI Francesco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

CA. FR. GI. , n. il (OMESSO);

avverso la SENTENZA della Corte di Appello di Milano del 25.10.2006;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dr. PRESTIPINO ANTONIO;

Udito il Procuratore Generale Dr. Monetti Vito, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito l'avv. Bergami Valentina, sostituto processuale dell'avv. Maniaci Fausto per il ricorr…

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