Il giudice di legittimità, nel dichiarare inammissibile il ricorso per cassazione avverso la sentenza di condanna per il reato di minaccia aggravata con l'uso di un'arma, afferma il principio secondo cui l'atto di impugnazione deve contenere l'enunciazione specifica dei motivi di diritto e degli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta, al fine di consentire un vaglio critico analitico delle argomentazioni del provvedimento impugnato. Tale requisito di forma è volto a garantire il rispetto del contraddittorio e del diritto di difesa, imponendo all'impugnante di formulare critiche puntuali e argomentate alle ragioni poste a fondamento della decisione, senza limitarsi a una generica contestazione della valutazione delle prove testimoniali operata dai giudici di merito, i quali hanno ritenuto maggiormente credibili le dichiarazioni dei testi di accusa, in quanto precise, analitiche e confermate dagli agenti di polizia giudiziaria intervenuti immediatamente dopo la denuncia, che avevano rinvenuto l'arma utilizzata per la minaccia. L'inammissibilità del ricorso per cassazione, pertanto, sanziona l'inosservanza di tale onere di specificità e analiticità dei motivi di impugnazione, a tutela del principio del giusto processo e del diritto di difesa, imponendo altresì la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.