Cassazione penale Sez. II sentenza n. 12530 del 17 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:12530PEN

Massima

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La sussistenza di gravi indizi di colpevolezza per il reato di associazione di tipo mafioso, desumibili da elementi probatori quali intercettazioni ambientali e telefoniche che dimostrino i rapporti del soggetto con esponenti di spicco di una cosca mafiosa e il suo ruolo di collettore/esattore di somme provenienti da attività illecite, unitamente alla permanenza di concreti e attuali pericoli di reiterazione del reato e di pericolosità sociale del soggetto, giustificano l'applicazione e il mantenimento della misura cautelare della custodia in carcere, nonostante l'illegittimità costituzionale della presunzione assoluta di adeguatezza di tale misura per i reati di contesto mafioso. La valutazione delle esigenze cautelari deve essere effettuata dal giudice sulla base di una motivazione logica e coerente, che dia conto degli specifici elementi indiziari e delle concrete ragioni di pericolo, senza che la Corte di cassazione possa sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Domenico - Presidente

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - rel. Consigliere

Dott. LOMBARDO ((omissis)) - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

- (OMISSIS) n. a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza in data 11 aprile 2013 del Tribunale della Liberta' di Catanzaro;

Sentita la relazione fatta dal consigliere Dott. DIOTALLEVI Giovanni;

sentite le conclusioni del P.G. in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. GALASSO Aurelio, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

sentito l'avv.ta (OMISSIS) in sostituzione dell'avv.to (OMISSIS) del foro di (OMISSIS), di fi…

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