Cassazione penale Sez. II sentenza n. 16376 del 20 aprile 2016

ECLI:IT:CASS:2016:16376PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il metodo mafioso, ai fini dell'integrazione della circostanza aggravante di cui all'art. 7 della L. n. 203 del 1991, si configura quando l'agente, nel commettere il reato, pone in essere un comportamento oggettivamente idoneo ad esercitare sulla vittima una particolare coartazione psicologica, evocativa dell'intimidazione e della forza di condizionamento propria delle organizzazioni mafiose, a prescindere dalla prova dell'effettiva appartenenza dell'agente all'associazione criminale. Tale circostanza aggravante è applicabile anche quando il reato sia commesso da soggetto estraneo all'associazione mafiosa, purché il suo comportamento sia idoneo a sfruttare il timore reverenziale e la soggezione psicologica della vittima nei confronti del potere mafioso. La ratio della norma è quella di contrastare in modo più incisivo la particolare pericolosità e determinazione criminosa di coloro che, indipendentemente dalla loro partecipazione a reati associativi, si comportano da "mafiosi", ostentando una condotta intimidatoria riconducibile al metodo mafioso. Pertanto, ai fini della configurabilità dell'aggravante, non è necessaria la prova dell'effettiva appartenenza dell'agente all'associazione mafiosa, essendo sufficiente che il suo comportamento sia oggettivamente idoneo a ingenerare nella vittima la consapevolezza di tale appartenenza e la conseguente soggezione psicologica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - est. Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
Sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del Tribunale di Napoli, sezione del riesame in data 8/7/2015;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. AIELLI Lucia;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. BALDI Fulvio, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito l'avv. (OMISSIS) che ha concluso chiedendo l'annullamento dell'ordinanza impugnata.
RITENUTO …

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.