Cassazione penale Sez. I sentenza n. 18945 del 8 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:18945PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Nei reati associativi di tipo mafioso, ai fini della valutazione della gravità indiziaria, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, anche se non riguardano specifiche attività attribuite all'indagato, ma la sua appartenenza al sodalizio criminoso, possono costituire prova sufficiente, purché siano intrinsecamente attendibili e trovino adeguati riscontri esterni, anche nelle dichiarazioni di altri collaboratori di giustizia appartenenti a clan diversi. Pertanto, la partecipazione dell'indagato all'associazione mafiosa può essere dimostrata non solo attraverso la prova di singoli episodi criminosi, ma anche attraverso la dimostrazione della sua stabile e volontaria compenetrazione nel tessuto organizzativo del sodalizio, desumibile dalle convergenti dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, debitamente motivate dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. CAVALLO Aldo - rel. Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 758/2013 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 06/05/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAVALLO ALDO;

sentite le conclusioni del PG Dott. FRATICELLI Mario, il quale ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS).

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

- che il Tribunale del riesame di Catania, con ordinanza del 6/5/2013, confermava il provved…

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