Il rilascio di un'autorizzazione in sanatoria per lavori edilizi che comportano un mutamento sostanziale della destinazione d'uso di un manufatto, da magazzino a uso residenziale, senza una preventiva verifica della compatibilità di tale cambio di destinazione con la disciplina urbanistica vigente, integra un eccesso di potere per travisamento dei fatti e carenza dei presupposti. Infatti, l'intervento edilizio non può essere ricondotto alla mera manutenzione straordinaria, ai sensi dell'art. 31, comma 1, lett. b), della legge n. 457/1978, laddove comporti una modifica sostanziale della struttura e della funzione originaria del manufatto, con conseguente aumento del carico urbanistico dell'area. L'amministrazione comunale, prima di rilasciare l'autorizzazione in sanatoria, è tenuta a verificare attentamente la natura e la portata degli interventi realizzati, al fine di accertarne la conformità agli strumenti urbanistici vigenti e la compatibilità con il contesto territoriale, senza poter prescindere da una puntuale istruttoria tecnica. Il mancato espletamento di tale doverosa attività istruttoria e valutativa integra un vizio di eccesso di potere per travisamento dei fatti e carenza dei presupposti, comportando l'annullamento del provvedimento autorizzatorio.