Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24945 del 16 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:24945PEN

Massima

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Il coinvolgimento di un soggetto in un'associazione di tipo mafioso può essere desunto da gravi indizi di colpevolezza, anche sulla base di intercettazioni ambientali che rivelino il suo inserimento nel sodalizio criminoso e il suo ruolo di collaborazione con esponenti di rilievo del clan, senza che sia necessaria la prova diretta della sua partecipazione a specifici reati-fine. La presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari prevista per il reato di associazione mafiosa dall'art. 275, comma 3, c.p.p. legittima l'applicazione della misura cautelare anche in assenza di ulteriori elementi probatori, purché vi siano gravi indizi di colpevolezza circa l'appartenenza dell'indagato all'associazione criminale. Il giudice di merito può fondare la propria valutazione sulla motivazione del provvedimento cautelare emesso dal giudice per le indagini preliminari, senza necessità di una nuova autonoma motivazione, quando tale motivazione risulti esaustiva e logicamente argomentata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. DE BERNARDINIS Silvana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GA. VI. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 25/11/2008 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DE BERARDINIS SILVANA;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. Salzano Francesco che ha chiesto dichiararsi la inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza in data 25-11-2008 il Tribunale di Napoli Sez. Riesame dei provvedimenti cautelari co…

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