Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2787 del 26 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:2787PEN

Massima

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Il diritto di critica e di difesa, anche nei confronti di pubblici ufficiali, non legittima l'utilizzo di espressioni offensive e diffamatorie che esulano dall'esercizio di tale diritto. Pertanto, il soggetto che, pur ritenendo ingiuste le contestazioni mosse nei suoi confronti da un pubblico ufficiale, reagisce con comunicazioni contenenti offese alla reputazione e al decoro di quest'ultimo, non può invocare la scriminante dell'esercizio di un diritto o della provocazione, in quanto tali condotte eccedono i limiti dell'esercizio legittimo del diritto di critica e di difesa. Ciò in quanto il diritto di critica e di difesa, pur ampio, non può essere esercitato in modo da ledere ingiustificatamente l'onore e la reputazione altrui, attraverso l'utilizzo di espressioni offensive e diffamatorie non strettamente necessarie alla tutela dei propri interessi. Pertanto, il soggetto che, pur ritenendo ingiuste le contestazioni mosse nei suoi confronti da un pubblico ufficiale, reagisce con comunicazioni contenenti offese alla reputazione e al decoro di quest'ultimo, non può invocare la scriminante dell'esercizio di un diritto o della provocazione, in quanto tali condotte eccedono i limiti dell'esercizio legittimo del diritto di critica e di difesa. Ciò in quanto il diritto di critica e di difesa, pur ampio, non può essere esercitato in modo da ledere ingiustificatamente l'onore e la reputazione altrui, attraverso l'utilizzo di espressioni offensive e diffamatorie non strettamente necessarie alla tutela dei propri interessi. Inoltre, la contestazione di un addebito disciplinare, anche se ritenuta infondata, non può essere considerata di per sé un atto ingiusto tale da integrare la scriminante della provocazione, a meno che non emergano dalla sentenza indizi circa la modalità provocatoria della contestazione stessa. Infine, l'intervenuta prescrizione del reato non consente l'annullamento della sentenza con formula più favorevole, qualora le censure, pur non inammissibili, siano comunque ritenute infondate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. SANDRELLI Gian Giacom - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. FUMO Mauriz - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. MA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2497/2006 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 12/03/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/11/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MAURIZIO FUMO;

udito il PG in persona del sost. proc. gen. Dott. D'Ambrosio V., che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

OSSERVA

quanto segue:

L…

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