La massima giuridica che si può estrarre dalla sentenza è la seguente: La realizzazione di opere edilizie in assenza di titolo abilitativo o in difformità rispetto ai titoli edilizi rilasciati, comportanti aumenti di superficie e volumetria non autorizzati, in zone sottoposte a vincolo paesaggistico, legittima l'adozione da parte dell'amministrazione comunale di provvedimenti di diniego di sanatoria edilizia e di demolizione e rimessione in pristino delle opere abusive, senza possibilità di sanatoria, in applicazione degli artt. 27, 31, 36 del D.P.R. n. 380/2001 e 167, comma 4, del D.Lgs. n. 42/2004, a prescindere dalla quantificazione dei volumi abusivamente realizzati e dalla loro classificazione (volume tecnico o altro tipo di volume), in quanto tali abusi, per la loro essenzialità e per la compromissione del contesto paesaggistico tutelato, non possono essere sanati né mediante il rilascio di titoli edilizi in sanatoria né attraverso la sostituzione della demolizione con il pagamento di una sanzione pecuniaria, essendo l'applicazione di tali misure sanzionatorie vincolata all'accertamento della sussistenza dei presupposti di legge.