La clausola risolutiva espressa contenuta nel contratto di concessione di servizi consente all'amministrazione concedente di risolvere il contratto per il mancato pagamento di tre rate semestrali consecutive del canone di concessione, senza necessità di graduare ulteriormente la sanzione contrattuale. L'amministrazione, nel verificare l'inadempimento, può determinare in modo automatico e predeterminato l'importo del canone dovuto, scomputando l'importo consuntivo dei lavori di manutenzione straordinaria eseguiti dal concessionario entro il limite massimo previsto nel contratto, senza necessità di ulteriori valutazioni o contraddittorio. La risoluzione contrattuale disposta dall'amministrazione in presenza di tali presupposti, previamente contestati al concessionario, è legittima e non richiede l'applicazione della specifica procedura di risoluzione prevista per i contratti pubblici, essendo sufficiente l'attivazione della clausola risolutiva espressa. Tuttavia, la domanda di accertamento del diritto del concessionario al pagamento delle differenze economiche non rientranti nello scomputo del canone è estranea alla giurisdizione del giudice amministrativo e deve essere proposta dinanzi al giudice ordinario.