Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24046 del 23 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:24046PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, è tenuto a motivare in modo concreto e specifico, con riferimento alle circostanze del caso, in ordine al pericolo di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato, senza poter fare ricorso a mere affermazioni di principio o a presunzioni automatiche derivanti dalla natura dei reati contestati o dalla pregressa condotta dell'indagato. È necessario, in particolare, che il giudice analizzi la situazione concreta venutasi a determinare, considerando gli elementi di fatto sintomatici del concreto e attuale pericolo, nonché l'incidenza che eventuali mutamenti intervenuti possano avere sul comportamento futuro dell'indagato. Solo una motivazione puntuale e logicamente coerente può consentire un adeguato controllo di legittimità sulla valutazione delle esigenze cautelari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. MILO Nicola - rel. Consigliere

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BR. FR. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 10198/2009 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 15/12/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. NICOLA MILO;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto l'annullamento senza rinvio dell'ordinanza impugnata;

udito il difensore avv. Lombardi B., che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Il…

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