Il ricorso per cassazione è inammissibile qualora manchi l'indicazione delle ragioni di fatto e dei motivi di diritto a fondamento dell'impugnazione, comportando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle Ammende, in applicazione dell'articolo 616, comma 1, del codice di procedura penale. Il giudice di legittimità, in tali casi, non può entrare nel merito della questione, essendo precluso l'esame del provvedimento impugnato per carenza di una motivazione adeguata e conforme ai requisiti di legge. Tale principio si fonda sull'esigenza di garantire il rispetto del contraddittorio e del diritto di difesa, nonché di assicurare l'ordinato e corretto svolgimento del procedimento di impugnazione, evitando che il giudice di legittimità sia onerato dell'esame di questioni non adeguatamente illustrate e argomentate dalla parte ricorrente. La declaratoria di inammissibilità del ricorso, pertanto, costituisce una sanzione processuale volta a sanzionare il mancato adempimento di un onere di diligenza e di correttezza posti a carico del ricorrente, a tutela della funzionalità e della ragionevole durata del processo.