Il vincolo di inedificabilità assoluta previsto dall'art. 51, lett. f), della L.R. Puglia n. 56/1980, vigente all'epoca della realizzazione dell'abuso edilizio, preclude la possibilità di sanare l'intervento abusivo realizzato entro la fascia di 300 metri dal confine del demanio marittimo, a prescindere dalla classificazione urbanistica dell'area e dall'applicabilità di altre disposizioni normative sopravvenute. Tale vincolo, di natura temporanea ma assoluta, impedisce il condono dell'opera abusiva, senza eccezioni, limiti o condizionamenti, in quanto la sua sussistenza costituisce circostanza ostativa autonoma e prevalente rispetto a qualsiasi altra considerazione. Inoltre, il procedimento di autorizzazione paesaggistica di cui all'art. 146 del d.lgs. n. 42/2004 non rientra nell'ambito di applicazione dell'istituto del silenzio-assenso tra amministrazioni di cui all'art. 17-bis della L. n. 241/1990, essendo invece disciplinato dalle norme speciali del Codice dei beni culturali e del paesaggio, che non prevedono tale meccanismo. Pertanto, il mancato rispetto del termine per l'espressione del parere da parte della Soprintendenza non determina il formarsi del silenzio-assenso, con conseguente illegittimità del diniego opposto dall'amministrazione competente.