Cassazione penale Sez. V sentenza n. 49670 del 13 dicembre 2023

ECLI:IT:CASS:2023:49670PEN

Massima

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Il reato di minaccia si configura quando la condotta dell'agente, in relazione alla situazione contingente, sia potenzialmente idonea ad incidere sulla libertà morale della vittima, a prescindere dall'effettiva intimidazione subita dalla persona offesa. Ai fini dell'integrazione del delitto di minaccia, che è reato di pericolo, non è necessario che la prospettazione di un male ingiusto intimorisca concretamente il soggetto passivo, essendo sufficiente che la condotta dell'agente sia astrattamente idonea a ledere la libertà morale della vittima. Il giudice può pronunciare sentenza di assoluzione per cause estintive del reato soltanto quando le circostanze idonee ad escludere l'esistenza del fatto, la commissione del medesimo da parte dell'imputato e la sua rilevanza penale emergano dagli atti in modo assolutamente non contestabile, in modo tale che la valutazione del giudice appartenga più al concetto di "constatazione", ossia di percezione "ictu oculi", che a quello di "apprezzamento". In caso di manifesta infondatezza dei motivi di ricorso, il ricorrente può essere condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende, atteso che l'evidente inammissibilità dell'impugnazione non consente di ritenere il ricorrente medesimo immune da colpa nella determinazione delle evidenziate ragioni di inammissibilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta - Consigliere

Dott. BIFULCO Daniela - Consigliere

Dott. GIORDANO Rosaria - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 24/01/2023 della CORTE APPELLO di CATANZARO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. GIORDANO ROSARIA;
letta la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dr. LOY MARIA FRANCESCA, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.La sentenza indicata in epigrafe, riformando quella di primo grado, esclusa la circostanza aggravante, dichi…

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