Il provvedimento di diniego della sanatoria edilizia e dell'accertamento di compatibilità paesaggistica è legittimo quando l'opera abusiva, realizzata in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, non risulta compatibile con i caratteri ambientali e paesaggistici del sito, in riferimento alle tipologie edilizie esistenti nell'area interessata. L'Amministrazione comunale, nell'esercizio del proprio potere tecnico-discrezionale di tutela paesaggistico-ambientale, è tenuta a motivare adeguatamente le ragioni di incompatibilità, senza che il giudice possa sostituire il proprio apprezzamento a quello dell'ente preposto alla tutela del vincolo. L'omissione della comunicazione di avvio del procedimento e del preavviso di rigetto non determina l'annullamento del provvedimento finale quando questo non possa avere un contenuto diverso da quello adottato, in quanto l'intervento risulta abusivo e non sanabile. Inoltre, l'applicazione della disciplina del "condono paesaggistico" di cui all'art. 1, comma 39, della legge n. 308/2004, in luogo del regime ordinario di autorizzazione paesaggistica, è legittima in quanto norma di natura eccezionale che consente l'accertamento postumo della conformità paesaggistica di opere abusive, in deroga al regime ordinario.