Il giudice di legittimità, nel valutare la sussistenza di circostanze aggravanti e attenuanti, deve effettuare un'analisi concreta e puntuale delle condizioni di tempo, luogo e persona che hanno agevolato o ostacolato la commissione del reato, senza limitarsi ad un apprezzamento astratto delle stesse. In particolare, per l'aggravante della minorata difesa ex art. 61 n. 5 c.p., occorre accertare se le circostanze di fatto abbiano effettivamente inciso sulla capacità di difesa pubblica o privata della vittima, non essendo sufficiente la mera idoneità astratta di tali condizioni a favorire la commissione del reato. Analogamente, per l'aggravante del furto commesso da più persone riunite ex art. 625 n. 5 c.p., è necessario verificare la concreta partecipazione di almeno tre soggetti, non rilevando solo la mera presenza di più persone. Inoltre, il "bagaglio del viaggiatore" ex art. 625 n. 6 c.p. deve essere inteso in senso ampio, ricomprendendo anche gli effetti personali lasciati incustoditi all'interno di un veicolo utilizzato per gli spostamenti, a prescindere dalla distanza percorsa o dalle ragioni del viaggio. Infine, il giudizio di comparazione tra circostanze aggravanti e attenuanti, nonché la concessione o meno delle attenuanti generiche, rientrano nell'ambito di un apprezzamento di merito rimesso al giudice di merito, sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o arbitrarietà.