Il Comune può destinare un'area a verde pubblico, impianti sportivi e strutture turistico-alberghiere di iniziativa privata o pubblica, anche in misura superiore agli standard minimi previsti, purché tale scelta sia adeguatamente motivata in relazione alle esigenze di dotazione di servizi e attrezzature della zona circostante, già ampiamente edificata. Tale destinazione non configura necessariamente un vincolo espropriativo, ma può consentire la realizzazione degli interventi anche da parte di soggetti privati, senza la previa ablazione del bene, in attuazione di una scelta di politica programmatoria volta a garantire il perseguimento di interessi generali attraverso l'iniziativa economica privata, eventualmente accompagnata da strumenti di convenzionamento. Pertanto, l'assenza dell'impegno di spesa per l'erogazione dell'eventuale indennizzo non è idonea a viziare la legittimità del provvedimento di riclassificazione urbanistica, atteso che le questioni relative alla spettanza dell'indennizzo e al suo pagamento riguardano profili di carattere patrimoniale, devoluti alla cognizione della giurisdizione ordinaria.