Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35635 del 4 ottobre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:35635PEN

Massima

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Il diritto di critica e di espressione del pensiero, anche se esercitato in sede giudiziaria, trova il suo limite nel rispetto della reputazione altrui e non può essere utilizzato per attribuire all'altra parte qualifiche o precedenti ingiustificati e lesivi della sua immagine. Tuttavia, l'esercizio di tale diritto non integra di per sé i reati di ingiuria e diffamazione quando le espressioni utilizzate, pur potendo risultare sgradite o spiacevoli, siano pertinenti e strumentali alla difesa della propria posizione processuale e non eccedano manifestamente i limiti della continenza e della continua dialettica processuale. In tali casi, il giudice deve valutare attentamente il contesto in cui le dichiarazioni sono state rese, il loro nesso con la vicenda giudiziaria in corso e la proporzionalità rispetto alle esigenze difensive, al fine di escludere la rilevanza penale della condotta, pur riconoscendo la possibilità di un eventuale risarcimento del danno civile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - rel. Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DR. PI. ;

contro

2) BO. GI. , N. IL (OMESSO);

3) SC. DI. , N. IL (OMESSO);

4) ZU. FU. , N. IL (OMESSO);

5) Z. E. , N. IL (OMESSO);

6) VA. FI. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 124/2006 GIUDICE DI PACE di TRENTO, del 11/12/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 16/07/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARTU…

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