Cassazione penale Sez. I sentenza n. 32180 del 22 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:32180PEN

Massima

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Il concorso morale nell'omicidio sussiste quando l'istigazione e l'incitamento dell'agente, anche se non percepiti direttamente dalla persona fisica che materialmente realizza l'azione violenta, abbiano comunque efficacia causale sull'evento cagionato, in quanto idonei a determinare o rafforzare il proposito omicidiario dell'esecutore materiale. Ciò anche in assenza di un movente o di una logica ragione per la quale l'agente possa volere la morte della vittima, essendo sufficiente che egli abbia previsto e accettato l'evento lesivo come possibile conseguenza della propria condotta. La gravità degli indizi di colpevolezza può essere desunta dalle dichiarazioni di testimoni attendibili, anche se intimoriti, nonché da comportamenti successivi dell'agente volti a ostacolare l'accertamento dei fatti. La valutazione di elementi sopravvenuti alla decisione impugnata deve formare oggetto di istanza al giudice della cautela.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - rel. Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2840/2014 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 27/10/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUCIA LA POSTA;

sentite le conclusioni del PG Dott. M. FRATICELLI che ha chiesto il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv.to (OMISSIS) che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza in data 27.10.2014, il Tribunale di Roma, costituito ai sensi dell'…

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