La concessione di sfruttamento di acque termali, in quanto concessione di beni pubblici idonea a fornire un'occasione di guadagno a soggetti operanti nel libero mercato, deve essere affidata mediante procedure concorsuali trasparenti e non discriminatorie, nel rispetto dei principi di libera concorrenza, libertà di stabilimento e libera prestazione dei servizi sanciti dal diritto comunitario, senza che sia consentito il rinnovo automatico della concessione scaduta. L'art. 30 della legge regionale n. 44 del 1975, nella parte in cui prevede il rinnovo automatico della concessione mineraria di acque termali al concessionario uscente che abbia adempiuto ai propri obblighi, è pertanto in contrasto con i suddetti principi comunitari e deve essere disapplicato. L'amministrazione competente è tenuta a indire una procedura di selezione tra i potenziali candidati, con adeguata pubblicità dell'avvio, dello svolgimento e del completamento della procedura, al fine di assicurare imparzialità e trasparenza nell'affidamento della concessione. Il Comune, in quanto soggetto interessato a partecipare all'assegnazione della concessione scaduta, è legittimato a impugnare il provvedimento di rinnovo automatico, in quanto tale rinnovo gli ha precluso la possibilità di presentare una domanda concorrente nel rispetto dei principi comunitari.