Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10723 del 14 marzo 2023

ECLI:IT:CASS:2023:10723PEN

Massima

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Il dolo del tentato omicidio può essere desunto in via indirettiva da elementi esterni della condotta, quali la potenzialità offensiva dell'arma utilizzata, la distanza ravvicinata dal bersaglio, la direzione del colpo verso una zona vitale e il tentativo di sparare ulteriormente, anche in assenza di esplicite ammissioni da parte dell'imputato. L'idoneità degli atti a cagionare la morte della vittima va valutata in base alla situazione concreta e alle condizioni umanamente prevedibili al momento del fatto, a prescindere dall'effettivo esito lesivo, che può dipendere da fattori indipendenti dall'intento dell'agente. La qualificazione giuridica del fatto come tentato omicidio, piuttosto che come lesioni personali, è pertanto corretta laddove tali elementi indiziari siano adeguatamente motivati dal giudice di merito, senza che sia ammissibile in sede di legittimità una diversa valutazione degli stessi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIANI Vincenzo - Presidente

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. POSCIA Giorgio - Consigliere

Dott. MELE M.Elena - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del Tribunale di Caltanissetta, in funzione di giudice del riesame, del 01/09/2022;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GIORGIO POSCIA;
letta la requisitoria presentata ai sensi del Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137, articolo 23, comma 8, con cui il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale LUIGI BIRRITTERI, ha concluso per la inammissibilita' del ric…

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