Il provvedimento amministrativo di diniego del permesso di soggiorno per lavoro subordinato, adottato in ragione di una precedente condanna penale dell'interessato, deve essere annullato d'ufficio dall'amministrazione competente qualora la norma penale incriminatrice sia stata successivamente abrogata con efficacia retroattiva, in applicazione del principio di favor rei di cui all'art. 2 del codice penale. In tal caso, l'amministrazione è tenuta a rivalutare la posizione del richiedente e ad accogliere la domanda di rilascio del permesso di soggiorno, in quanto la pregressa condanna penale non può più costituire valido presupposto ostativo al riconoscimento del titolo di soggiorno. Il principio di legalità e di tutela dell'affidamento del cittadino nei confronti dell'azione amministrativa impongono all'amministrazione di adeguare i propri provvedimenti alle sopravvenute modifiche normative di carattere favorevole per il destinatario, anche in assenza di una specifica istanza di riesame, al fine di ripristinare la posizione giuridica lesa dal precedente provvedimento illegittimo. La cessazione della materia del contendere, conseguente all'annullamento d'ufficio del provvedimento impugnato, comporta la compensazione delle spese di giudizio tra le parti, in ragione della natura interpretativa della controversia.