Cassazione penale Sez. I sentenza n. 24063 del 4 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:24063PEN

Massima

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Il Tribunale di sorveglianza, ai fini della valutazione della concedibilità dei benefici penitenziari a norma dell'art. 4-bis dell'Ordinamento Penitenziario, non può riformare la sentenza di condanna passata in giudicato che ha accertato la sussistenza della circostanza aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203 del 1991, escludendo che il delitto sia stato commesso avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416-bis c.p. ovvero al fine di agevolare le associazioni ivi previste. Ciò in quanto il giudice della cognizione, con sentenza definitiva, ha già stabilito in modo insindacabile tale circostanza. Tuttavia, il semplice ruolo di "prestanome" svolto dal condannato, pur non comportando la sua intraneità all'associazione mafiosa, non esclude la possibilità che egli possa comunque prestare una collaborazione utile in ordine al reato per il quale è stato condannato, fornendo informazioni sulle modalità attraverso le quali è pervenuto a fungere da prestanome di un affiliato al sodalizio criminale per l'intestazione di attività economiche. Inoltre, il provvedimento amministrativo di collocazione del detenuto in un circuito carcerario di media sicurezza, in luogo del precedente circuito di alta sicurezza, è ininfluente rispetto alla valutazione della esigibilità della collaborazione ai fini dell'accesso ai benefici penitenziari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. LOCATELLI Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1175/2014 TRIB. SORVEGLIANZA di ROMA, del 30/05/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE LOCATELLI;

lette le conclusioni del PG Dott. ANIELLO Roberto che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

(OMISSIS), detenuto in espiazione della pena della pena di anni 2 e mesi 6 di reclusione inflitta con sentenza 8.7.2011 della Corte di appello di Napoli per il delitto previsto dalla …

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