Cassazione penale Sez. II sentenza n. 47406 del 29 novembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:47406PEN

Massima

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Il delitto di estorsione aggravata si configura quando l'agente, mediante minacce esplicite, costringe la persona offesa a consegnare una somma di denaro ingiustamente pretesa, a prescindere dalla effettiva titolarità del diritto vantato, essendo sufficiente che l'agente abbia agito con la consapevolezza di non avere alcun diritto sulla somma estorta. L'elemento soggettivo del reato di estorsione è integrato dalla coscienza e volontà di costringere la vittima a consegnare una somma di denaro mediante l'utilizzo di minacce, a prescindere dalla convinzione dell'agente di esercitare un proprio diritto. Pertanto, la parziale restituzione delle somme indebitamente ottenute non esclude la configurabilità del delitto di estorsione, né la derubricazione del fatto nel meno grave reato di cui all'art. 393 c.p., in quanto l'ingiusto profitto richiesto per l'integrazione del reato di estorsione non si identifica necessariamente con l'intero ammontare della somma estorta, ma può anche consistere in un vantaggio di natura non patrimoniale, come il soddisfacimento di un interesse personale dell'agente. Inoltre, la circostanza che una delle persone che avrebbe incaricato l'imputato di svolgere la condotta intimidatoria sia stata prosciolta non incide sulla valutazione della prova a carico dell'imputato, il quale può essere ritenuto responsabile anche sulla base della sola attendibile deposizione della persona offesa, senza che sia necessaria la conferma di altri testimoni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Domenico - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - rel. Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1085/2011 CORTE APPELLO di CATANIA, del 13/12/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 05/11/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MACCHIA ALBERTO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FODARONI Maria G., che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

Con sentenza emessa il 13 dicembre 2011 la Corte di appello di Cata…

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