Il delitto di danneggiamento può configurarsi anche in caso di deterioramento del bene, quando la condotta dolosa dell'agente ne compromette, sia pure in modo contenuto, la funzionalità e l'idoneità a soddisfare i bisogni umani cui è destinato. Ai fini della sussistenza del reato, non è necessaria la distruzione totale del bene, essendo sufficiente che la sua capacità di assolvere la propria naturale destinazione risulti ridotta, con conseguente diminuzione della relativa funzionalità. Pertanto, il danneggiamento è integrato anche quando l'azione dell'agente, pur non determinando la completa inservibilità del bene, ne compromette in modo apprezzabile l'utilizzo, rendendone più difficoltoso o meno agevole il funzionamento. In tali ipotesi, la particolare tenuità del danno cagionato può tuttavia condurre all'applicazione della causa di non punibilità prevista dall'art. 131-bis c.p.