Cassazione penale Sez. I sentenza n. 12821 del 2 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:12821PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. si configura quando l'associazione criminale sia in grado di esprimere una forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo, tale da determinare condizioni di assoggettamento e di omertà nella popolazione circostante, a prescindere dalla prova di specifici atti di violenza o minaccia da parte dei singoli associati. Ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che i singoli associati abbiano concretamente esercitato atti di intimidazione, essendo sufficiente che l'associazione abbia acquisito una capacità di incutere timore, obiettivamente riscontrabile nell'ambiente in cui opera, anche in assenza di specifici episodi di violenza. La prova della partecipazione all'associazione mafiosa non può fondarsi sulla mera adesione ideologica al programma criminale, ma richiede la dimostrazione dell'effettivo inserimento dell'imputato nella struttura organizzativa, attraverso condotte univocamente sintomatiche del suo ruolo e del suo contributo concreto alla realizzazione degli scopi del sodalizio. La motivazione del provvedimento cautelare deve rendere conto in modo logico e coerente delle ragioni per le quali il giudice ritiene sussistenti gli elementi costitutivi del reato associativo, sulla base delle risultanze probatorie acquisite.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. DI TOMASSI M. Stefania - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CASSANO Margheri - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. IG. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 2309/2009 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 22/07/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARGHERITA CASSANO;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. De Sandro Anna Maria che ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata;

udito il difensore avv. Archidiacono Renato che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

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