Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 19677 del 18 maggio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:19677PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia è configurabile anche in caso di cessazione della convivenza, qualora permangano obblighi di cooperazione e solidarietà tra l'agente e la vittima per il mantenimento, l'educazione e l'assistenza dei figli minori nati dalla relazione. In tali ipotesi, il reato di maltrattamenti assorbe quello di atti persecutori, in applicazione del principio di sussidiarietà, e il termine prescrizionale decorre dalla cessazione delle condotte abusive, senza che rilevi la mera interruzione della convivenza. La valutazione della credibilità della persona offesa e della sussistenza degli elementi oggettivi e soggettivi del reato rientra nell'ambito del libero convincimento del giudice di merito, sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifeste contraddizioni o illogicità della motivazione, non ravvisabili nel caso in esame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. GIORDANO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 12/06/2020 della Corte di appello di Torino;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dr. ((omissis));
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per intervenuta prescrizione del reato.
RITENUTO IN FATTO
1. Il difensore di (OMISSIS) ha proposto ricorso avverso la…

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